Queste truffe propongono NFT senza valore reale o contratti di cloud mining inesistenti. Marketing aggressivo, recensioni fasulle e “community” gonfiate promettono rendimenti passivi e piani VIP. Nella pratica, i fondi confluiscono verso wallet controllati dai truffatori; le dashboard mostrano guadagni virtuali e, al momento del prelievo, compaiono richieste di pagare “tasse”, “fee di rete” o “sblocco hashpower”.
Nei falsi cloud mining l’hashing power è fittizio: l’utente compra “potenza” misurata in TH/s o MH/s, ma non esiste un’infrastruttura reale. Nei progetti NFT truffaldini il valore è sostenuto solo dall’hype: team anonimo o identità rubate, whitepaper copiati, roadmap irrealistica e nessuna utilità concreta del token/NFT.
Non esistono certezze di guadagno nelle crypto. Chiunque prometta rendimenti fissi o “zero rischio” sta mentendo. Il mining reale ha costi elettrici e di manutenzione variabili.
Controllare identità reali, track record professionale, advisor verificabili, società registrata con sede fisica e contatti pubblici. Team anonimo = red flag.
Verificare indirizzi su blockchain explorer (Etherscan, BscScan), cercare audit indipendenti, controllare ownership e funzioni di mint/burn/lock. Smart contract non verificati sono sospetti.
Follower gonfiati (bot), engagement anomalo (likes/commenti generici), giveaway continui senza valore reale e gruppi Telegram con migliaia di membri silenziosi sono segnali di manipolazione.
Prima di investire grosse somme, verificare che i prelievi funzionino davvero. Non collegare il wallet principale a dApp sconosciute: usare un wallet separato per test.
Proteggere i fondi con hardware wallet (Ledger, Trezor). Controllare periodicamente e revocare le “token approvals” non più necessarie su siti come Revoke.cash o Etherscan.
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