Dopo una truffa in criptovalute, molte vittime vengono contattate proattivamente da presunti “esperti di recupero fondi”, “agenzie investigative internazionali” o “avvocati specializzati in crypto” che promettono di recuperare completamente i fondi perduti con certezza. In realtà, si tratta di un secondo livello di truffa sistematica (chiamata “recovery scam” o “advance fee fraud”): questi soggetti non hanno alcuna competenza tecnica reale né autorità legale e chiedono anticipi di pagamento sostanziosi per avviare procedure completamente inesistenti o report automatizzati senza valore.
Si presentano con siti web professionalmente realizzati, loghi che richiamano enti legali o forensi e comunicano via email aziendale o WhatsApp in modo estremamente professionale e rassicurante, mostrando finti documenti ufficiali, licenze contraffatte, certificazioni false o report di analisi blockchain inventati. Una volta ottenuto l’anticipo (solitamente richiesto in criptovaluta “per velocità” o “per privacy”), spariscono completamente bloccando ogni contatto, oppure prolungano artificialmente la comunicazione inventando continuamente “tempi tecnici necessari”, “commissioni di sblocco impreviste” o “tasse governative obbligatorie”.
Professionisti seri (avvocati, investigatori forensi, società di cybersecurity) operano con contratti scritti formali, parcelle trasparenti e compenso sempre su risultato verificabile o con fatturazione progressiva documentata. Mai pagamento upfront totale richiesto, specialmente in criptovaluta. Red flag assoluto = richiesta “urgente” di anticipo.
Per avvocati: controllare iscrizione Albo Avvocati tramite sito ufficiale Ordine (CNF in Italia, State Bar negli USA). Per investigatori: verificare licenza presso autorità competente (Prefettura, State licensing board). Per società: verificare registro imprese (Camera Commercio, Companies House). Diffidare se verifiche risultano negative o impossibili.
Loghi di FBI, Europol, Interpol, autorità finanziarie possono essere facilmente copiati e inseriti in siti/documenti falsi per dare credibilità artificiosa. Verificare sempre contattando direttamente l’ente tramite canali ufficiali pubblici (sito web governativo, numero telefono ufficiale). Enti reali non contattano mai proattivamente vittime tramite email generiche o WhatsApp.
Mai inviare file .zip “per analisi”, software da installare, accessi remote desktop (TeamViewer, AnyDesk) o condivisione schermo a presunti recuperatori. Questi possono contenere malware, keylogger o permettere furto diretto di ulteriori fondi. Professionisti legittimi non richiedono mai accesso diretto ai vostri dispositivi o wallet.
Fretta, countdown, “ultime ore disponibili”, “finestra legale che si chiude” sono tattiche psicologiche classiche di manipolazione per impedire due diligence razionale. Recupero fondi legittimo richiede tempo (settimane/mesi), analisi approfondita e procedure legali formali. Urgenza estrema = trappola progettata per bypassare pensiero critico.
Scegliere solo professionisti/società con: presenza online consolidata pluriennale, casi pubblici documentati, recensioni verificabili indipendenti, membership in associazioni professionali riconosciute, protocolli di analisi e certificazione forense legalmente riconosciuti (ISO 27037, ACPO guidelines). Diffidare di “esperti” comparsi improvvisamente online senza storia tracciabile.
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