I truffatori replicano grafica, tono e flussi di piattaforme legittime (es. exchange noti) creando siti o app quasi identici con URL molto simili all’originale. La registrazione avviene tramite pagine KYC fasulle e la dashboard mostra saldi e profitti credibili. Al momento del prelievo, l’utente viene bloccato con richieste di “tasse”, “assicurazioni”, “KYC premium” o con errori tecnici pilotati. Il “supporto” è inesistente o serve solo a ottenere ulteriori pagamenti.
Queste piattaforme usano domini giovani, hosting off-shore e canali social/fake ads per generare traffico. Spesso reindirizzano su gateway di pagamento non verificati o wallet controllati dai truffatori. Una volta ottenuti i fondi, l’operatore cambia dominio o spegne il sito per cancellare tracce.
Salvare i siti ufficiali nei preferiti. I truffatori usano domini quasi identici (es. “binance” vs “binаnce” con carattere cirillico).
Cercare sempre direttamente il sito su motore di ricerca e verificare che corrisponda al dominio ufficiale. Anche gli annunci sponsorizzati possono essere falsi.
Verificare sempre licenze e società nei registri ufficiali (CONSOB, FCA, CySEC). Il KYC su siti fake espone al furto d’identità.
Prima di aumentare il deposito, verificare che i prelievi funzionino davvero. I truffatori permettono micro-prelievi iniziali per costruire fiducia.
Non riutilizzare password, usare un password manager, evitare condivisione schermo con sconosciuti che potrebbero vedere i codici 2FA.
Controllare anzianità dominio (WHOIS), DNS, hosting. Attenzione a domini registrati da pochi giorni e privacy masking sospetto (senza contatti reali).
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